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Sfincione palermitano per Santa Rosalia

di Simona Milani
Sfincione palermitano per Santa Rosalia

Lo sfincione palermitano per Santa Rosalia è un lievitato tipico davvero saporito e gustoso, con acciughe pomodori, cipolle e formaggio

Accendere il forno in questi giorni è stata, credetemi una bella sfida..
Non mi sono però arresa, perchè dovevo preparare questa bontà per far fede alla rubrica “Alla mensa coi Santi” che ogni primo giorno del mese arriva puntualissima sul mio blog ed anche su quelli delle amiche che mi accompagnano in questa interessante avventura.
Ogni mese scopriamo tradizioni nuove, magari per me inaspettate, che ogni volta contribuiscono ad arricchirci un pochino e ad insegnarci qualcosa.
Io per esempio non sono mai stata a Palermo….come!
Direte voi…
Impossibile….
Ebbene è proprio così.
Ho avuto modo di visitare la Sicilia, ma a Palermo non ci sono mai stata a differenza di mio marito che ne è rimasto estasiato, sia per la bellezza architettonica che per la bontà dei suoi piatti tipici che ovviamente ha gustato abbondantemente 😉
Ho saputo che a Luglio si festeggia Santa Rosalia; il Festino di Santa Rosalia (u fistinu in siciliano) è una delle celebrazioni religiose siciliane ad essere ufficialmente riconosciuta come patrimonio immateriale d’Italia dall’Istituto centrale per la demoetnoantropologia, ente istituito con decreto del presidente della Repubblica.
La Festa liturgica invece si svolge il 4 di settembre e si festeggia al Santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino a Palermo, dove la Santa morì nel 1170 all’interno della grotta.
Questo per dirvi che ho pensato ad una ricetta tipica siciliana, di quelle che si gustano proprio in occasione di questi giorni di festa…
Durante le celebrazioni infatti si consumano cibi che fanno parte della tradizione popolare palermitana, come ad esempio la pasta con le sarde (la pasta chî sardi), i babbaluci (lumache bollite con aglio e prezzemolo), il polpo bollito ( ‘u purpu), calia e simenza (‘u scacciu), la pannocchia bollita (pullanca), l’anguria (detto ‘u muluni) e per finire il tradizionale Sfincione (‘u sfinciuni).

Sfincione palermitano per Santa Rosalia

Lo sfincione palermitano per Santa Rosalia, era quindi per me quasi sconosciuto…ne avevo sentito ovviamente parlare ma non avevo idea di come fosse e di come si preparasse.
Beh, che dirvi; l’ho adorato.
Credetemi io non amo le cipolle, ma l’ho mangiato e digerito senza nessunissimo problema.
Anche i miei l’hanno apprezzato tantissimo e credo che lo rifarò!
La preparazione non è semplicissima, ci vuole un po’ di tempo, e servono parecchi ingredienti, ma vale davvero la pena metterci impegno e lavoro per ottenere una bontà così…
Credetemi!
(gli amici siciliani mi daranno ragione 😉 )
Ah, dimenticavo: sapete perchè si chiama così?!
Il termine deriva dall’arabo e significa spugna (non a caso le sfince sono invece le frittelle, che sembrano appunto tante spugnette), proprio per via della consistenza molto soffice e pastosa di questo lievitato.
Io ringrazio Mastercheffa, siciliana; da lei ho preso la ricetta che vi mostro qui sotto.

sfincione palermitano per santa rosalia

Sfincione palermitano per Santa Rosalia

Simona Milani
Lo sfincione palermitano per Santa Rosalia è un lievitato tipico davvero saporito e gustoso, con acciughe pomodori, cipolle e formaggio
Preparazione 30 minuti
Cottura 30 minuti
tempo di lievitazione 5 ore
Tempo totale 6 ore
Portata lievitato, Portata principale, spuntino
Cucina Italiana, tradizionale
Porzioni 6 tranci

Equipment

  • forno
  • planetaria

Ingredienti
  

Per l'impasto

  • 200 g semola rimacinata di grano duro
  • 300 g farina 0
  • 25 g olio extravergine d'oliva
  • 180 ml latte a temperatura ambiente
  • 10 g lievito di birra fresco
  • 10 g sale fino
  • 1 cucchiaino zucchero
  • q.b acqua naturale

Per la farcitura

  • 2 cipolle bianche o dorate
  • 2 cucchiai concentrato di pomodoro
  • 1 bicchere acqua naturale
  • 500 g polpa di pomodoro
  • 4 acciughe sott'olio
  • 100 g caciocavallo
  • 100 g primosale o scamorza o mozzarella a piacere
  • 30 g pecorino grattugiato
  • 30 g pangrattato
  • q.b origano
  • q.b olio extravergine d'oliva
  • q.b sale fino e pepe nero

Istruzioni
 

  • Preparare l’impasto, miscelando le due farine in una ciotola ed aggiungere l'olio.
    Sciogliere il lievito nel latte aggiungendo anche lo zucchero, e mescolare bene; lasciare attivare per 7-8 minuti, poi aggiungerlo all'impasto di farine ed olio.
  • Con le mani iniziare a dare una sommaria impastata, unendo pian piano dell'acqua fino ad ottenere un impasto morbido e abbastanza umido.
    A questo punto metterlo nella planetaria, unire il sale ed iniziare ad impastare con il gancio apposito, per circa 10 minuti: dovrà diventare bello elastico.
  • Oliare una bella ciotola grande ed adagiarci l'impasto a forma di palla; coprire con pellicola o con coperchio in silicone e lasciar lievitare per 4-5 ore (essendo molto caldo in questi giorni io ci ho messo poco più di tre ore); deve più che raddoppiare.
    Mentre l'impasto lievita, bisognerà preparare il condimento.
  • Pelare le cipolle, sciacquarle sotto abbondante acqua corrente e tagliarle poi a fettine sottili.
    Adagiarle in un colapasta, cospargerle di sale grosso e lasciar riposare per almeno due ore: questo passaggio serve a togliere l’acqua dalla cipolle togliendo quel fastidioso sentore di crudo sotto i denti.
    Una volta trascorso questo tempo sciacquarle ancora per bene (senza strizzarle) ed adagiarle in una capace padella antiaderente con un filo d'olio, facendole appassire per circa 10 minuti a fiamma vivace.
    Aggiungere un bicchiere d'acqua e farle cuocere pian piano per altri 10 minuti coperte.
  • Sciogliere in mezzo bicchiere d'acqua il concentrato di pomodoro ed aggiungerlo alle cipolle in cottura; aggiungere successivamente la polpa di pomodoro, coprire nuovamente e proseguire la cottura per altri 15 minuti.
    Dopo questo tempo, togliere il coperchio e far restringere per qualche minuto il sugo, qualora fosse troppo liquido; deve rimanere morbido e non troppo denso, ma neppure liquido; spegnere e lasciar raffreddare.
  • Tagliare a dadini piccoli i formaggi e mettere da parte.
    Disliscare le acciughe e tagliarle a pezzettini; mettere da parte anch'esse.
    Trascorso il tempo di lievitazione, ungetere le mani con un filo d’olio, ungere una teglia sempre con un poco d’olio o rivestirla con carta forno, e stendere delicatamente l’impasto al suo interno, utilizzando i polpastrelli.
    Coprire nuovamente l’impasto e lasciarlo lievitare un’altra ora.
  • Cospargere la superficie dello sfincione con i pezzetti di acciuga, spingendoli col dito in modo da farli quasi penetrare nell'impasto.
    Successivamente spargere i dadini di formaggio, alternandoli.
    Coprire la superficie dello sfincione col sugo di cipolle, bordi compresi.
  • Infornare in forno pre-riscaldato alla massima potenza lo sfincione, cuocendolo per un quarto d'ora.
    Successivamente estrarre la teglia, abbassare il forno a 190° e ricoprirlo con il pecorino grattugiato, il pangrattato ed abbondante origano; irrorare con un filo d'olio e riporre in forno con modalità ventilata per altri 15 minuti.
  • Una volta cotto, estrarlo dal forno e lasciarlo intiepidire; tagliarlo a quadrotti e servirlo ben caldo ma non bollente.

Note

Ho letto varie ricette in rete ma quella che ho trovato maggiormente nelle mie corde è stata questa che ho seguito passo passo.
Lo sfincione deve rimanere soffice, spugnoso e bello alto, ma non troppo asciutto (questa la differenza con l’impasto da pizza) quindi non si deve utilizzare una teglia troppo larga, la mia era di cm 40×30 circa.
E’ possibile anche usare l’acqua al posto del latte nell’impasto; lo sfincione è buonissimo caldo ma ottimo anche il giorno dopo, anzi, molti lo preferiscono freddo!
Keyword sfincione

Volevo ora raccontarvi qualcosa su questa Santa tanto venerata in Sicilia ed a Palermo in particolare…

S. Rosalia visse a Palermo tra il 1130 ed il 1170 durante il Regno di Sicilia di Guglielmo I il Malo e, secondo la tradizione, fu damigella della moglie del re, la regina Margherita in un periodo di intensa spiritualità cristiana caratterizzato, dopo l’interruzione della  dominazione araba, dal risveglio del monachesimo bizantino e occidentale accolto con entusiasmo dai re normanni.
Non si conosce molto in merito alla sua famiglia di origine…
Si dice che che fosse figlia di nobili, discendenti da Carlo Magno, conorigine da Pipino re d’Italia, in avanti fino al conte Teodino, padre del conte Sinibaldo de’ Sinibaldi, genitore della Santa e sposo della nobildonna Maria Guiscardi.
Si narra che, intorno ai 13/15 anni, il padre, per obbedienza al sovrano, le chiede di sposare il conte Baldovino per ricompensarlo di aver salvato la vita al re; ne ottiene un rifiuto e la manifestazione del desiderio di lei di darsi alla vita religiosa.
Abbandona la casa paterna, accede all’ordine delle monache basiliane, sceglie la vita eremitica e vive, per circa 12 anni, presso una piccola cavità carsica che si trova ora incorporata nell’eremo a lei dedicato nel bosco della Quisquina.
Abbandonata la grotta della Quisquina, Rosalia torna a Palermo e si sofferma per breve tempo nella casa paterna, nel quartiere Olivella; successivamente si rifugia presso una grotta, ricca d’acqua, accanto ad un antico altare, prima pagano e poi dedicato alla Madonna, sul Montepellegrino da tempo immemore ritenuto un monte sacro.
Qui Rosalia visse in eremitaggio per circa 8 anni, fino alla morte.
Nel 1624, mentre a Palermo la peste decimava il popolo, lo spirito di Rosalia apparve in sogno ad una malata, e poi ad un cacciatore: a lui Rosalia indicò la strada per ritrovare le sue reliquie, chiedendogli di portarle in processione per la città.
Così fu fatto: dove quei resti passavano i malati guarivano, e la città fu purificata in pochi giorni.
Da allora, a Palermo, la processione si ripete ogni anno.
Rosalia, fu inclusa nel Martirologio romano nel 1630 da Papa Urbano VIII.
Si festeggia a Palermo il 15 luglio, ma anche il 4 settembre, giorno della sua morte.
patrona della città, i suoi emblemi sono il giglio, il teschio e la corona di rose.

Informazioni prese dal web

alla mensa coi santi

Oltre al mio “sfincione palermitano per Santa Rosalia“, questo mese Monica ci presenterà la Torta di Santiago; Miria invece preparerà il serpentone alle mandorle per Santa Anatolia

Come sempre potrete visionare tutte le ricette pubblicate finora, cliccando sull’immagine come quella riportata qui sopra, che trovate a lato destro del blog.
Vi diamo appuntamento al prossimo mese con altre ricette della nostra bella tradizione italiana!

Spero di aver onorato al meglio questa santa con la mia ricetta e la mia versione di”‘u sfinciuni “possa essere approvato dai miei lettori e amici Palermitani (nel caso chiedo scusa per eventuali errori, io ho cercato una versione in rete non conoscendo nessuno che mi potesse passare la ricetta tipica del luogo).
Vi saluto e….anche il mese di giungo è svanito in un lampo, puff!
…ma com’è questa storia che le giornate volano via velocissimamente?!
Mahhhh

Un caro saluto e buona estate a tutti voi

A presto

simona

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10 commenti

Miria 10 Luglio 2021 - 16:03

5 stars
Mamma mia Simo, questo sfincione deve essere buonissimo, lo devo provare assolutamente.

Rispondere
Simona Milani 12 Luglio 2021 - 15:25

Provalo e vedrai che finirà in un lampo, come è successo qui…
Bacione immenso amica mia 🙂

Rispondere
Daniela 1 Luglio 2021 - 23:06

Molto molto gustoso. E’ venuto benissimo!
Un bacione

Rispondere
Simona Milani 2 Luglio 2021 - 10:08

Grazie mille cara, sì è davvero top! 🙂

Rispondere
Monica 1 Luglio 2021 - 17:57

Straordinariamente goloso…come ti ho già più volte ripetuto!
Da provare…al più presto!!!
Accendere il forno una vera sfida…sono finita a cuocere la mia torta alle 6 del mattino…in altro orario era impossibile!!!!

Un abbraccio grande Simo
Moni

Rispondere
Simona Milani 2 Luglio 2021 - 10:11

Ecco, anche tu vedo che sei stata temeraria con il forno….ma per sfornare delle bontà così, beh, che dire: ne è valsa la pena!
Ti abbraccio anche io, e grazie 🙂
Buonissima giornata

Rispondere
lea 1 Luglio 2021 - 16:13

Profumata, golosa e irresistibile, complimenti!

Rispondere
Simona Milani 2 Luglio 2021 - 10:10

Grazie mille, è da provare, sì! 🙂

Rispondere
Elisa Cecilia 1 Luglio 2021 - 15:32

Ciao Simo, deve essere molto gustoso questo sfincione palermitano anche se richiede molto impegno per prepararlo. Complimenti per aver raccolto la sfida di accendere il forno con il caldo che impazza! 👏💪 interessante la storia di Santa Rosalia. Non si finisce mai di conoscere e imparare. Buon pomeriggio. Un abbraccione. ❤

Rispondere
Simona Milani 2 Luglio 2021 - 10:09

Eh sì, l’impegno è tanto ma ne vale assolutamente la pena, credimi!
E…non si finisce davvero mai di imparare, la nostra bella Italia possiede tante tradizioni e storie da raccontare e non dimenticare…
Ti abbraccio forte! <3

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