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Crema di riso dolce…e una mattinata con Alce Nero e i suoi risi bio

di pensieriepasticci

 

Una bella mattina dei primi giorni di questo Novembre, quando ancora il tempo era soleggiato e l’aria frizzantina ma piacevole, in compagnia di una cara amica, sono stata a Milano presso la Cascina Cuccagna, invitata da Alce nero per partecipare ad un bellissimo ed interessantissimo evento: protagoniste son state le 5 varietà di riso (Arborio, Baldo, Nerone, Rosa Marchetti e Integrale), coltivate in maniera biologica sia in Piemonte che in Lombardia.
E’ stato davvero interessante apprendere tante nozioni in merito alla coltivazione del riso, alle filiere, al tipo di diserbanti usati, alla cura e al rispetto dell’ambiente, principi fondamentali a cui Alce nero si appella per ottenere un prodotto biologico di prima qualità.
Interessante è stato anche scoprire cosa sono le etichette narranti…
…ora ve ne parlerò meglio, illustrandovi uno per uno i vari interventi dei relatori che hanno animato questa interessante conferenza.

 

 

Ha iniziato il discorso Lucio Cavazzoni, Presidente Alce Nero & Mielizia SpA, sottolineando l’importanza del progetto delle etichette narranti per i risi biologici.

“Il riso è il prodotto biologico più difficile che c’è, poiché si sviluppa nell’acqua. Le etichette narranti proprio su questo prodotto sono davvero un fatto importante: danno il senso e l’identità del prodotto, raccontando nel dettaglio il percorso del cibo vero. Ciò che conta è sapere veramente chi ha fatto e come lo ha fatto, dove e quando è stato realizzato ogni alimento che mangiamo.
Siamo particolarmente soddisfatti di presentare le etichette narranti con i nuovi di risi bio perché, come è noto, la coltura biologica del riso è fra le più impegnative e richiede tanto lavoro, spesso manuale. E  queste etichette lo raccontano e danno valore agli agricoltori impegnati. Ritengo fondamentale, inoltre,  informare il fruitore su quello che mangia perché siamo oggi nella terza fase del biologico, quella che definirei del conflitto con l’agricoltura convenzionale. Il biologico si sta diffondendo  in tutto il mondo e progressivamente dimostra che è l’altra agricoltura, quella non sostenibile, per la salute e per l’ambiente, a doversene finire in una nicchia”.  
 
Successivamente Piero Sardo, Presidente della Fondazione Slow Food per la Biodiversità, ha introdotto l’argomento delle etichette narranti “La considerazione da cui siamo partiti è che oggi la qualità non ha più un significato specifico, si applica a qualsiasi cosa, quindi è diventata una parola praticamente astratta. Pesticidi, fertilizzanti conservanti non si percepisco al gusto, un prodotto buonissimo ne può contenere in quantità. Quindi ci siamo posti il quesito di come superare questo impasse. Per arrivare alla verità del prodotto si può contrapporre il racconto dettagliato di come è stato fatto. Per noi di Slow Food il metodo più efficace è allegare un percorso che spieghi la qualità dell’intero sistema produttivo, analizzando nel dettaglio tutti i passaggi, ad esempio come si moltiplicano le sementi, come si mantiene il terreno, le rotazioni”.
 
 
 
 
 
 
 
Rosalia Caimo, risicoltrice biologica e biodinamica, ha riportato la sua esperienza diretta sui campi dove coltiva in particolare il riso Rosa Marchetti. “Ho scelto il biologico perché l’agricoltura convenzionale non affronta la motivazione di un problema ma cerca solo una soluzione, il contrario di ciò che accade in natura dove c’è una biodiversità molto forte. Quando si va contro natura si fanno forzature, invece la terra è intelligente e sa regolarsi da sola. Il primo segreto è quindi forzarla il meno possibile. Senza rotazioni il suolo ha la stessa caratterizzazione che genera poi controreazioni, inoltre nel passato c’è stato un abuso della chimica cosa che rende oggi più difficile la coltivazione naturale. Nel riso bio ci sono due tecniche: tradizionale in acqua e “in asciutto”, qui l’acqua viene aggiunta quando la pianta del riso è già nata, le infestanti si controllano con la sarchiatura mentre le malattie fungine con diverse tecniche naturali”.
 
 
Marco Rusconi, Tecnico agronomo specializzato nelle fi­liere cerealicole, ha analizzato la diversità tra un’etichetta narrante biologica e un’ipotetica etichetta di un riso convenzionale. “È importante trasmettere la qualità attraverso la trasparenza, descrivere quello che si fa nel dettaglio. In un’ipotetica etichetta convenzionale sparirebbero tante informazioni utili, come la descrizione della varietà, l’identità dell’agricoltore e l’origine. Nel biologico abbiamo sementi certificate e produzioni artigianali, l’agricoltura convenzionale è di tipo industriale, qui il coltivatore è un operaio gestito da poche grandi aziende da cui riceve il seme della pianta e la chimica per coltivarla, utilizza il terreno come un mero supporto. Manca il rapporto uomo e natura. Ricordo che l’Italia è il primo produttore europeo di riso e serve più consapevolezza di quello che c’è dietro quando si compra un pacchetto di riso, come ad esempio cosa si utilizza per coltivarlo. Purtroppo la terra continua a sopportare avvelenamenti indiscriminati che andrebbero invece descritti sulla confezione”.
 
 
 
 
 
 
Ha concluso il tutto Domenico Tiso, Presidente ASAS – Associazione per la Salute correlata all’Alimentazione e agli Stili di vita, che ha fatto alcune riflessione sulla salute. “Oggi la salute è un argomento virtuale, come lo è il concetto di prevenzione. Abbiamo due tipi di età: anagrafica e biologica, ovvero l’età vera data dalla salute dell’organismo. Se curiamo bene lo stile di vita partendo dall’alimentazione si potrebbero dimostrare facilmente 15 anni in meno. Teoricamente si potrebbe vivere 120 anni, ma non succede perché mangiamo male e abbiamo stili di vita sbagliati. L’alimentazione ha un ruolo importantissimo sulla quantità e qualità di vita. Basterebbe investire poco nello stile di vita e nell’ambiente per guadagnare tanto in riduzione della mortalità, invece si spende molto per curare le malattie. Oggi siamo malnutriti ma obesi. Serve maggior consapevolezza su quello che mangiamo, come troviamo ad esempio nelle etichette narranti. Non sono importanti solo le calorie, ma anche i nutrienti, preferire al cibo raffinato quello pulito che nasce da un’agricoltura che rispetta la terra e aiuta la salute e l’ambiente”.
Quante riflessioni dopo questo intervento, mamma mia….L’incontro è poi proseguito con uno show cooking con ricette (che abbiamo anche assaggiato!) a base delle diverse tipologie di riso a cura di Matteo Aloe chef e patron di Alce Nero – Berberè, Nicola Cavallaro chef di Un Posto a Milano e il celebre chef televisivo Riccardo Facchini di Podere San Giuliano.

 
 
Io stessa, poi a casa, ho voluto provare l’ottimo riso Rosa Marchetti in un dolce al cucchiaio davvero goloso; realizzato con la pentola a pressione in pochi minuti.
Ecco la ricetta per voi (lo spunto l’ho preso da un libro di Elena Spagnol)!
 
 
 

 Pentola a pressione Vitavit Fissler

 

 

Ingredienti:
per tre ciotoline da budino
1 mestolo di riso, io ho usato il Rosa Marchetti di Alce Nero
3 mestoli di latte
1 cucchiaio di uvette miste
una punta di cucchiaino di cannella in polvere ( anche di più, a piacere…)
3 cucchiai di zucchero di canna 
un pizzico di sale
1 vasetto da 175 gr di yogurth greco 2%

Preparazione:
Nella pentola a pressione mettere il riso, il latte, le uvette passate sotto l’acqua corrente e poi scolate per bene, un piccolissimo pizzico di sale.
Chiudere la pentola e portare al fischio; abbassare la fiamma e cuocere 8 minuti, poi spegnere.
Svaporare o aspettare che il vapore sia fuoriuscito per aprire la pentola, poi unire lo zucchero e la cannella, mescolando finché si è sciolto ben bene.
Il mio riso non era completamente cotto e c’era ancora un pò di liquido all’apertura del coperchio, così ho continuato la cottura a fuoco lento e senza coperchio, mescolando come per un risotto per vari minuti, finchè all’assaggio il riso mi è sembrato perfetto.
Lasciar intiepidire, poi aggiungere lo yogurth, amalgamare e versare in ciotoline da portata ( o anche in una grossa ciotola, a piacere…).
Servire le ciotoline di crema di riso, a piacere spolverizzate da un altro pizzico di cannella o con della frutta fresca a pezzetti…
Noi l’abbiamo gradito a temperatura ambiente, potete servirlo ben freddo da frigo (in questo caso si indurirà un pò).

 

 

 

Buon inizio settimana…ieri che meraviglia, finalmente una meravigliosa giornata di sole ci ha allietato piacevolmente…
Speriamo smetta di piovere almeno per un pò…la mia schiena malandata gridava vendetta con tutta quell’umidità!
Vi abbraccio, e…alla prossima ricetta 
A presto

 
 
 
 
 

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32 commenti

i dolci di laura 26 Novembre 2013 - 22:48

wow! che buono!interessante il post, fa riflettere!

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eli 26 Novembre 2013 - 16:31

Il riz au lait è uno dei dolci tipici della mia famiglia, che preparavamo alla domenica sera…per stare leggeri!
Di solito lo mangiamo con il caramello o con un coulis di frutti rossi.
Me ne hai fatto tornare la voglia eheheheheh!

Dimostrare 15 anni di meno? interessante!! Ma con l'aria che respiriamo, lo stress e quello che mangiamo…la vedo dura!

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Antonella 26 Novembre 2013 - 13:02

Ciao Simo, i prodotti alce nero piacciono molto anche a me. Ottima questa crema di riso, troco che i dolci con il riso siano buonissimi. A presto!

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monica 26 Novembre 2013 - 10:21

triplamente pentita di non essere venuta!!!!

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Serena 26 Novembre 2013 - 9:04

Lieta di leggere che stai meglio, hai visto che avevo ragione?
Ho letto con attenzione il report dell'intervista, ha fatto riflettere molto anche me… non che mi interessi vivere fino a 120 anni, ma dimostrare 15 anni di meno anche sì…
Mi hai "tolto la ricetta di bocca" ;-), volevo sperimentare anch'io qualche dessert al cucchiaio con i cereali.

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pensieriepasticci 26 Novembre 2013 - 8:41

Grazie a tutti amici, un abbraccio…sono di corsa (ehm…corsa è una parola grossa…chi riesce a correre?) in questi giorni!

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Michela Sassi 26 Novembre 2013 - 7:57

Tutto molto interessante e ricetta deliziosa!
Bravissima!

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Chiara Setti 26 Novembre 2013 - 7:47

Che buono, lo mangiavo spessissimo in Germania poi chissà perché ho smesso…devo ricominciare a farlo ! Un bacione Simo!

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I fiori di loto 25 Novembre 2013 - 22:32

Non avevo mai pensato di mettere lo yogurt greco nel riso latte.. deve essere squisito!

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Carmen 25 Novembre 2013 - 22:00

Ciao cara, un post molto interessante! Il riso qui in Campania è molto usato nei dolci. C'è ad esempio una variante della classica pastiera dove il riso si sostituisce al grano. La tua ricetta é molto invitante!

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Ivana 25 Novembre 2013 - 21:27

Uao, risoelatte, ma sai quante volte l'ho mangiato da piccola??? Lo amavo alla follia, mi hai fatto tornare indietro di "qualche" anno…
E mi hai fatto venire voglia di farlo….. Ottima la tua versione, bravissima Simoooo. Baciotti ^.^

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elenuccia 25 Novembre 2013 - 20:14

Che bello, deve essere stata davvero una giornata magnifica. Ed anche molto istruttiva. Conosco i prodotti Alce Nero ma a dire la verità non avevo mai visto quel tipo di riso.
Questo dessert è proprio una dolce coccola per una merenda sana e golosa

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Letiziando 25 Novembre 2013 - 19:41

Mi spiace davvero per la tua schiena… con questa ciotolina mi hai ammaliato come non mai. E che scatti incantevoli 🙂

buona serata

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Peanut 25 Novembre 2013 - 19:35

Adooooro il risolatte *__* con la spolverata di cannella poi, è il mio! interessante l'aggiunta dello yogurt, deve donare davvero una bella cremosità! me lo faccio sicuramente a merenda uno di questi pomeriggi 🙂

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Simona Roncaletti 25 Novembre 2013 - 18:56

Ciao Simo!!! Conosco i prodotti di questa marca e sono ottimi!
E deliziosa è la tua crema di riso!!!:)
Un bacione cara! Buona serata!

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Giovanna 25 Novembre 2013 - 18:34

Grazie per il cara amica!!! 🙂
Che dire? Ero con te e condivido ogni parola che hai scritto. Potessi condividere anche il risolat! :-))
Un bacione

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serena 25 Novembre 2013 - 18:21

Ho in programma di fare la crema di riso da non so più quanto .. questa è davvero deliziosa! I prodotti a marchio Alce Nero sono ottimi, inoltre con tutte le schifezze che si aggiungono per migliorare l'aspetto e la struttura dei cibi, il biologico resta l'unico rifugio sicuro.

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Aria 25 Novembre 2013 - 18:13

Sai che non ho mai fatto queste creme di riso? asolutamente da rimediare!

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Fr@ 25 Novembre 2013 - 16:05

Una dolce coccola al riso.
I loro prodotti li trovo molto buoni.

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Ely Mazzini 25 Novembre 2013 - 14:34

Ciao Simona, amo molto il riso, in tutte le sue varianti, ma non l'ho mai usato per i dolci, la tua proposta sembra davvero deliziosa… mi piacerà sicuramente!!! Brava e grazie per tutte le info sul riso!!!
Bacioni, buon pomeriggio…

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Valeria Della Fina 25 Novembre 2013 - 13:51

Che buoni i dolci con il riso, pochi li conoscono ma sono ottimi! Un bacio 🙂

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Araba Felice 25 Novembre 2013 - 13:18

Molto interessante!
E la ricetta è deliziosa 🙂

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Vaty ♪ 25 Novembre 2013 - 13:12

tesoro, in thailandia le varianti del dolce di riso sono tante e ce n'è uno simile ma con il latte di cocco. la tua proposta con lo yoghurt mi intriga molto,sai?
un bacione grande tesoro <3

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Silvia- Perle ai Porchy 25 Novembre 2013 - 13:01

Buonooooooo!!!

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Valentina 25 Novembre 2013 - 12:17

mai provato con lo yogurt ma hai pienamente ragione!!!

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manu 25 Novembre 2013 - 11:59

Ciao Simo, io sono una che sta atenta a quello che mangia, al super per fare la spesa perdo minuti e minuti a leggere le etichette tanto che i miei mi prendono in giro…ma tra tante schifezze abbiamo il dovere di informarci prima di mangiare! e i prodotti ALCE NERO io li uso gia' da tempo, i succhi di frutta , il riso appunto, i biscotti e altri.. mi piace questo marchio e gli do fiducia confidando nella serietà di chi fa bilogico già da tanto e non sull'onda della moda attuale in cui è diventato un business…..

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Il Mondo di Milla 25 Novembre 2013 - 11:31

Ho avuto modo di utilizzare i loro prodotti e sono veramente di qualità…come questa tua ricetta 🙂 buon inizio di settimana

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Ketty Valenti 25 Novembre 2013 - 11:05

Davvero interessante,trovo che in materia di Riso sicuramente nel Nord siete maestri confesso che ne capisco poco ma mi piace parecchio.
Particolare per me questa crema di riso che hai preparato deve essere deliziosa!
Z&C

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Anna Luisa e Fabio 25 Novembre 2013 - 10:19

Sempre interessanti questi approfondimenti!
Bella ricetta, un modo diverso di usare il riso.

Fabio

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Cucina che ti passa - RUMI - 25 Novembre 2013 - 9:18

Ricetta super golosa complimenti!
E che bell'esperienza che hai fatto, tu pensa che io nemmeno sapevo che si coltivavano così tanti tipi di riso da noi in Italia!
Un bacio

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Dolci a gogo 25 Novembre 2013 - 9:05

Alce nero è una garanzia e deve essere stata davvero una bella esperienza e sai mi riprometto semrpe di provare il riso al altte ma poi mi passa di mente, deve essere speciale davvero come te!!Baci,Imma

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Federica 25 Novembre 2013 - 8:46

Conosco i prodotti Alce Nero e sono davvero ottimi. Che bella coccola sana e golosa il tuo risolat, di certo non mi darei pregare con la cannella :)Un bacione tesoro, buona settimana

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